Pulsantiera di navigazione Home Page
Articoli

S.O.S. D.S.A. L'intervento familiare con il bambino con disturbo specifico dell'apprendimento e la sua famiglia

Cosa s’intende con la sigla S.O.S.  D.S.A.? Siamo Ormai Soli? Dunque Saremo Aiutati? Dove Stiamo Andando? Dovremmo Saper Accettare una sigla per etichettare un bambino?

Come adulti siamo chiamati a capire meglio cosa significa D.S.A. per aiutare il bambino con disturbo specifico dell'apprendimento e la sua famiglia a sentirsi bene con se stesso e con gli altri.
Lo psicanalista Sigmund Freud scrive "i mestieri più difficili in assoluto sono nell’ordine il genitore, l’insegnante e lo psicologo".
Nel lavoro con il bambino con disturbo specifico dell'apprendimento (DSA) queste figure sono chiamate a cooperare per aiutarlo a gestire la sua difficoltà e gradualmente riprendere il controllo della sua performance scolastica, in maniere autonoma, all'interno di un progetto individualizzato.

Fotografia
Il bambino con DSA è un bambino con un’intelligenza nella norma che tuttavia presenta una difficoltà rispetto a un’abilità specifica. 

In questo articolo non si vuole entrare in merito all’intervento individualizzato che dovrà affrontare il bambino con una diagnosi di un disturbo specifico dell’apprendimento (dislessia, discalculia, disgrafia o disortografia), ma si vuole cercare di capire il vissuto del bambino e l’impatto sulla famiglia di fronte a una diagnosi del genere.

Prima della diagnosi, il bambino può sviluppare un marcato senso di incapacità, che aumenta in seguito alle sollecitazioni degli adulti e nel confronto con i suoi coetanei (tutti più competenti di lui).

Con l'intenzione di motivarlo, i genitori e gli insegnanti potrebbero incitare il bambino a essere più attento e più preciso. Il bambino in definitiva può sentire che nessuno è soddisfatto di lui e del suo lavoro. 

Per non percepire il proprio disagio, può mettere in atto comportamenti distruttivi verso se stesso e gli altri: mancata demotivazione per lo studio, comportamenti aggressivi o da comico, che nel bene e nel male lo mantengono al centro dell’attenzione; in alternativa il bambino può anche chiudersi completamente rispetto alle sue difficoltà. Tutti questi atteggiamenti lo metteranno ancora più in cattiva luce rispetto alla classe, alle insegnanti e ai genitori e potrebbero farlo sentire ancora più in colpa.

In un’ottica sistemica relazionale anche i genitori avranno bisogno di sostegno e di aiuto per prendersi il tempo di capire meglio cosa s'intende con la sigla D.S.A.

La famiglia solitamente conferisce al rendimento scolastico una grande importanza, in quanto si presuppone che l'andamento a scuola incida in maniera determinante su tutte le altre aree, soprattutto rispetto alla possibilità di riuscita in futuro nel lavoro.

In questa confusione i genitori si muovono al buio e spesso mettono a frutto strategie che possono essere dannose per il bambino, compreso il tenerlo per molte ore sui libri, senza ottenere risultati.

La sensazione di incompetenza genitoriale potrebbe portare anche a un conflitto di coppia che ovviamente si ripercuote a livello notevole sui figli per la paura di essere colpevole delle discussioni tra i genitori.

Il gioco "al massacro" prevede anche il rimarcare le differenze tra fratelli, lo scarico delle responsabilità da un genitore all'altro, o alle insegnanti, accusate di non essere abbastanza brave.

La psicoterapia familiare in questo caso ha il compito di:
  1.  Ridurre la sensazione del bambino di non essere accettato e compreso rispetto alle difficoltà, attraverso la comprensione da parte della famiglia di quello che può essere il disturbo del bambino e di quelle che sono le sue esigenze specifiche;
  2.  Ridurre nei genitori la sensazione di essere incompetenti e colpevoli, anche potendo avvalersi di una figura esterna e del sostegno in ambito scolastico;
  3.  Comunicare e rimandare l'aria che si respira in casa, in quanto non è facile per nessuno vivere con questa pressione;
  4.  Spostare di tanto in tanto l'attenzione su esperienze soddisfacenti, in cui il bambino si senta capace di fare e si possa divertire insieme ai genitori, in quanto molto spesso il bambino con DSA viene valutato solo per la sua resa in ambito scolastico;
  5.  Aumentare gli ambiti di autonomia personale;
  6.  Riorganizzare lo spazio e i tempi; solitamente la confusione del bambino si sposa con la confusione a casa relativamente allo spazio per fare i compiti, alle regole condivise o al disordine presente nella cartella;
La terapia può prevedere anche la convocazione dei fratelli che, se non vengono messi in competizione con il bambino, possono essere per lui una risorsa e uno stimolo.

In terapia si condividono, oltre ai contenuti, anche le emozioni e il terapeuta può cogliere la relazione tra i familiari. Il lavoro avviene anche attraverso il racconto da parte dei genitori di come si sono sentiti in situazioni simili, al come hanno affrontato eventuali difficoltà, quando anche loro sono stati bambini.

Il lavoro terapeutico aiuta a ricercare delle capacità personali e a ridurre i sensi di colpa sia nel bambino che nei genitori. Il terapeuta non ha il compito di sostituirsi alla famiglia, anche perché non esiste un manuale per il  genitore perfetto; il suo compito è rinforzare i risultati dei genitori e trovare con loro delle soluzioni a partire dalle loro risorse.

Il supporto alle famiglie con un bambino con DSA richiede inizialmente una valutazione della situazione attuale, una fotografia della famiglia, che possa considerare il clima familiare, l'organizzazione, il vissuto emotivo, i tentativi attuati fino a quel momento e le strategie utilizzate per affrontare il “problema”, oltre al livello di competenza familiare.

Solitamente la valutazione richiede 4 colloqui: uno con la coppia genitoriale, uno con la famiglia al completo compresi eventuali fratelli e sorelle, uno con il bambino e uno di restituzione alla famiglia.

Il successivo lavoro e la presa in carico è strutturato in colloqui individuali con il bambino, colloqui con lui e la mamma, colloqui con lui e il papà.

Nelle sedute individuali si lavora soprattutto sullo sviluppo dell’intelligenza emotiva, sull’espressioni delle proprie emozioni e stati d’animo, sull’esplicitazione del proprio vissuto sia in relazione all’adulto, sia in relazione ai coetanei.

Nelle sedute con gli adulti di riferimento si lavora principalmente sulla relazione, per trovare insieme ai genitori delle strategie utili a far sentir il bambino sicuro, accolto e ascoltato.

Gli obiettivi che si vogliono raggiungere nel lavoro terapeutico con il bambino sono i seguenti:
  1.  Favorire l’accettazione di sé e degli altri;
  2.  Aumentare la tolleranza alla frustrazione;
  3.  Saper esprimere i propri stati d’animo e comprendere empaticamente quelli degli altri;
  4.  Favorire l’acquisizione di abilità di autoregolazione del proprio comportamento;
  5.  Individuare i propri modi di pensare abituali per metterli in relazione con il proprio stato emotivo;
  6.  Accogliere il vissuto emotivo del bambino, sia in relazione al vissuto scolastico, sia rispetto al contesto familiare.

Gli obiettivi che si vogliono raggiungere con la famiglia sono:
  1.  Ristabilire un clima emotivo disteso e sereno;
  2.  Accettare i tempi e gli spazi del bambino, per non farlo sentire sotto pressione;
  3.  Accompagnare il bambino nelle fase di crescita in modo stimolate;
  4.  Stabilire delle costanti spazio temporali per fare i compiti;
  5.  Trovare spazi di condivisione nuovi dove genitori e figli possono mostrare le loro competenze e sentirsi autoefficaci e degni di stima.
Un proverbio cinese dice "dare a tuo figlio una competenza è meglio che dargli mille monete d’oro", pertanto invito gli adulti ad arricchire i loro bambini con competenze e capacità, in modo da non farli sentire in futuro in debito con la vita, ma in grado di affrontare il mondo.

L'intervento combinato tra il progetto individualizzato e la psicoterapia familiare è promosso in collaborazione con la cooperativa sociale Alint-Logopedia Integrata. Per maggiori informazioni sull'intervento logopedico individualizzato, attraverso il Metodo-Referenziale con bambini con DSA, potete consultare il sito www.alint.it.
Stampa la pagina