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Coppie allo specchio: tra nuovi modelli di comunicazione e vecchi fantasmi

What's up? Cosa succede alla coppia di oggi? 

Come si vive oggi la relazione di coppia, la propria storia e l'intimità sullo sfondo di una società che corre troppo per soffermarsi a pensare all'amore, al senso di sé e dell'altro? 
In un momento storico in cui si comunica per lo più attraverso veloci messaggi, ed "emoticons”  :) :( ;) :*, tramite applicazioni di chat per cellulare o pc, è facile perdere di vista la realtà e rifuggiarsi in un mondo virtuale. 
Un metodo di comunicazione veloce e attuale è per esempio la famosa "Whatsapp", utilizzata in tutto il mondo da giovani e meno giovani, per comunicare. E allora what's up? Cosa succede? Succede che sembra più facile dire basta, che "guardarsi allo specchio" e cercare una soluzione insieme.

Fotografia

L'amore è una danza, che si balla in due....

La coppia spesso si allontana, presa nella morsa della quotidianità, dal lavoro, divisa dai figli e dalle mille attività della vita quotidiana.
Si perde il tempo di uno spazio reciproco dove ritrovarsi, parlare, guardarsi negli occhi.

Guardate l’immagine di questa donna che immagina di essere guidata dal suo uomo. Si guarda allo specchio ma dall’altra parte non vede nessuno.
Cosa vi fa venire in mente? 
La ragazza nella foto pensa di avere una relazione stabile: ma con chi? 
Quest’immagine rappresenta molto spesso la coppia di oggi, dove il partner è un riflesso evanescente nella nostra immaginazione, in quanto il trascorrere del tempo, sempre troppo veloce, non permette ai due partner di chiedersi  “come stai?”.

La terapia di coppia serve proprio a ritrovarsi, trovando il tempo di guardarsi negli occhi per capire per prima cosa che effetto fa, stare con l'altro in uno spazio così intimo.  Lo spazio della terapia di coppia riaccende vecchi interrogativi, spesso impolverati da mesi di silenzi: l'altro come sta, come possiamo stargli vicino, come il partner può stare vicino a noi, di cosa abbiamo bisogno, come coppia e come individui?

Nella vita routine giornaliera essere coppia è difficile: un giorno, che sembra uguali a tutti gli altri, ci si sveglia e si è distanti, due estranei nello stesso letto e sotto lo stesso tetto.

I figli, il lavoro, gli impegni con le famiglie d'origine ci allontano in maniere indissolubile l'uno dall'altro.

Ma la coppia è morta o solo moribonda?

Se la risposta alla domanda è: la coppia è morta è consigliabile una terapia individuale per raccogliere i pezzi e ricostruirsi la propria vita con le risorse a disposizione, utilizzando quella relazione finita, non come la causa di tutti i mali futuri, ma come opportunità dolorosa, in cui vedere cosa possiamo raccogliere da  portare con noi, che ci può essere utile in futuro.

Se la risposta è che la coppia è moribonda, ferita, arrabbiata, delusa, confusa...si può ancora fare qualcosa per ritrovarsi.
La terapia di coppia permette di prendersi un po' di tempo per se stessi, per capire quali sono i valori importanti che danno senso alla nostra vita, per guardare negli occhi il proprio partner, con l'intento di capirsi e capire cosa può far funzionare meglio la relazione.

Nell'attesa di convincere il proprio partner a iniziare una terapia di coppia (ci sarà sempre uno che dovrà trascinare l'altro) si possono seguire delle semplici regole, (rielaborate da  Gulotta G.,  Commedie e drammi nel matrimonio, 2011) per limitare i danni durante un litigio tra coniugi:

1.    Determinare il motivo del litigio, questo evita di estendere la discussioni ad argomenti poco pertinenti del tipo "sei un incapace, non riesci a fare niente", di cosa stiamo parlando?: è importante che la coppia soffermi la propria attenzione sul reale motivo di litigio;
2.    Limitare pertanto la discussione al motivo del litigio, per non allargare la comunicazione a macchia d'olio con offese gratuite che hanno solo l'effetto distruttivo di esaurire le forze, senza arrivare a un compromesso;
3.    Non interrompere il partner che sta parlando, nei limiti di tempo ragionevolmente concessi in una comunicazione a due;
4.    Evitare di rispondere ad un'accusa con un'altra accusa;
5.    Concordare per quanto possibile il luogo e il tempo del litigio, per non trovarsi a discutere davanti ai propri figli, o davanti a degli amici, o quando uno dei due coniugi è in ritardo al lavoro;
6.    Evitare di riportare ogni volta a galla i vecchi "scheletri nell'armadio" che sembrano far tornare la coppia sempre alla casella 1 del gioco dell'oca;
7.    Mantenere le distanze per non entrare nello spazio intimo dell'altro in un momento di rivalità;
8.    Conoscendo bene il nostro partner, si può evitare di toccare quei punti che lo rendono estremamente vulnerabile e sensibile;
9.    Considerare la discussione come il risultato di comportamenti reciproci, senza scaricare le colpe solo sull'altro.

La discussione è sicuramente un'opportunità di confronto e possibilmente di incontro, ma quando i litigi sono eccessivi e quotidiani è il campanello di allarme di una crisi matrimoniale molto più profonda.

Il sintomo, che porta i coniugi in terapia (difficoltà sessuali, attacchi di panico di uno dei due coniugi, dipendenza, difficoltà di gestione dei figli...), è spesso parte integrante di un equilibrio di coppia, che può essere paradossalmente accettato da uno o da entrambi i partner, tanto da non essere vissuto come problematico.
Il terapeuta che vede la coppia  ha il compito di provare a smantellare le regole che attivano un sistema disfunzionale e si impegna insieme a loro per trovare un  sistema di regole più funzionale, modificando il “gioco sintomatico” che rende la coppia infelice.

La terapia di coppia può aiutare la coppia a guardarsi nuovamente negli occhi e allo stesso tempo guardare a un futuro insieme; oppure può permettere ai due partner di chiudere la relazione, ponendo fine a quel “gioco al massacro” che spesso tiene insieme dei coniugi per molti anni in una trappola senza più amore.

La terapia può essere adatta a tutti coloro che vogliono prendersi un momento per sé, per il partner e per la coppia, chiedendosi "what's up?" e aspettando il tempo necessario per trovare una risposta.
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