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Come può la terapia di coppia aiutare una coppia in crisi?

Talvolta la disarmonia di coppia è così pesante e cronicizzata che è utile farsi aiutare da uno psicoterapeuta.

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All’inizio tutto sembra molto roseo e romantico: due persone si incontrano, si innamorano e … “vissero felici e contenti”, per sempre. Questo è ciò che ci viene raccontato da piccoli nelle favole della buona notte.
 
Ed invece, dietro ad ogni relazione d’amore riuscita, troviamo sempre una verità universale: “le relazioni di coppia richiedono una scelta consapevole, lavoro e impegno”.
 
 
Una scomoda verità
Le relazioni di coppia sono caratterizzate da tanti bei momenti di gioia e di intimità. Però, come è sotto gli occhi di tutti, la coppia porta sempre con sé anche delle difficoltà.
 
Se si desidera avere un rapporto di coppia soddisfacente dove prevalga l’amore, occorre mettere in conto che ci sarà molto lavoro da fare per affrontare costruttivamente le difficoltà col proprio partner.
 
La decisione se credere e puntare sulla vita di coppia non è una questione banale e, di conseguenza, molti scelgono di rimanere “single”, oppure si tengono emotivamente a distanza dai propri partner o passano di rapporto in rapporto con l’idea di trovare prima o poi la “persona giusta” con cui le cose “funzioneranno”, magicamente.
 
Il fatto è che dopo una prima fase di innamoramento (che può durare pochi giorni, ma anche anni) in cui i partner sopravvalutano le somiglianze tra loro, presto o tardi arriva la fase in cui vengono a galla le differenze e, di conseguenza, emergono i conflitti.
 
I conflitti possono essere i più disparati. Possono riguardare la gestione del tempo, la meta delle vacanze, la visione della vita, le preferenze sessuali o alimentari, e così via.
 
Il famoso terapeuta di coppia John Gottman, autore del best seller Intelligenza emotiva per la coppia, chiama queste differenze “i conflitti perpetui”, nel senso che si fondano sulle imprescindibili differenze tra gli individui e sono quindi inevitabili e permanenti. Nessuna coppia ne è esente, a meno che uno dei due partner si sottometta ai desideri e ai valori dell’altro, cosa che succedeva per lo più in passato nelle famiglie tradizionali patriarcali, ma che oggi – fortunatamente – avviene sempre di meno.
 
 
Stallo di coppia
Una volta emersi i “conflitti perpetui”, la coppia si trova in una fase di “lotte di potere” caratterizzata da conflitti frequenti o, in alternativa, da allontanamento fisico e emotivo. Non tutte le coppie sono in grado di affrontare questa fase conflittuale in modo costruttivo, ossia in modo da generare nuove soluzioni creative che soddisfino entrambi i partner.
 
Alcune coppie ce la fanno e, invece di impegnarsi in una guerra perpetua per cambiare l’altra persona o per fuggire da essa, trovano il modo di riconoscere e valorizzare le proprie differenze reciproche e di impegnarsi in un dialogo che porti a nuove e soddisfacenti modalità di stare insieme.
 
Saper affrontare costruttivamente un conflitto non è una capacità banale. Molte coppie, infatti, di fronte ai “conflitti perpetui” si bloccano e, invece di mediare e aumentare la propria vicinanza, mettono in atto comportamenti distruttivi.
 
Tipicamente i comportamenti distruttivi della coppia sono di quattro tipi:
  • La critica alla persona (si critica l’essenza della persona più che un suo specifico comportamento).
     
  • Il disprezzo (sotto forma di sarcasmo, cinismo, insulti, etc.).
     
  • Stare sulla difensiva (giustificandosi e cercando di dimostrare che non si merita il trattamento subito).
     
  • Fare ostruzionismo (chiudendosi in sé e interrompendo ogni comunicazione).
 
Dopo un periodo in cui i comportamenti distruttivi sono prevalenti rispetto ai comportamenti positivi molte coppie si rompono.
 
Altre coppie entrano invece in una fase di stallo: i partner si sentono schiacciati dall’intensità delle emozioni negative di delusione, rabbia e paura, sentono di voler fare qualcosa, ma non sanno come comportarsi in modi diversi.
 
A questo punto, così come ci si reca dal medico quando i nostri sistemi immunitario e rigenerativo non riescono da soli a guarire il nostro corpo da una malattia fisica, è una buona idea per la coppia in stallo iniziare un percorso di terapia di coppia.
 
 
La coppia in terapia di coppia
Generalmente nelle coppie che ricercano una terapia di coppia la fase di stallo si è protratto lungamente, la fiducia e l’amore reciproci si sono profondamente erosi e i partner non vivono più da molto tempo la gratificazione di una coppia intima. Questo è ciò che accade spesso perché, purtroppo, almeno in Italia, non vi è una cultura della terapia di coppia.
 
Quello che avviene di norma è che i partner diventano sempre più frustrati rispetto alle reciproche differenze. Vi è un crescendo nella frequenza delle “lotte di potere”, nell’agire i comportamenti distruttivi e nella tendenza a giocare sempre più “sporco”, con sempre meno riguardi per l’altro, il quale si trasforma da innamorato in “nemico”.
 
 Il primo passo nella terapia di coppia consiste spesso nel ristabilire la capacità di comunicare in modo rispettoso. Questo significa innanzitutto arginare gli stili di comunicazione distruttivi che, come si diceva prima, sono: la critica personale, il disprezzo, la difensività e l’ostruzionismo.
 
Solo a questo punto è possibile affrontare gli argomenti alla base dei conflitti. In genere si tratta di quei temi che la coppia non riesce più ad affrontare da sola: le emozioni profonde, i pensieri autentici, i desideri nascosti.
 
I partner imparano a guarire le ferite emotive che si sono inferti e gradualmente tornano a fidarsi reciprocamente. Hanno bisogno di tornare a guardarsi negli occhi con fiducia per potersi aprire all’altro e mostrargli le proprie vulnerabilità. E questo naturalmente richiede coraggio.
 
 
Cosa impara la coppia in terapia
Esistono alcune capacità relazionali e di comunicazione che sono necessarie per gestire le difficoltà di coppia. Purtroppo l’attuale cultura predominante non contribuisce a diffondere queste capacità che, semplicemente, vengono ignorate e non insegnate alle persone.
 
I giovani non vengono dotati di un manuale di istruzioni per gestire l’innamoramento e le successive fasi critiche della vita di coppia. A scuola non esiste, ad esempio, la fondamentale materia di “Relazioni umane”, all’interno della quale imparare le modalità costruttive di relazionarsi e le strategie per affrontare i conflitti.
 
In genere le persone devono fare da sé, mettendo insieme quello che hanno osservato all’interno della propria famiglia d’origine, con le conversazioni con gli amici della propria età e quello che viene diffuso dai media (film, canzoni, letteratura, post di Facebook). Così, in genere, si improvvisa, ci si lascia trasportare dall’entusiasmo dell’innamoramento, per poi inciampare sugli inevitabili conflitti di coppia e mettere in atto inconsapevoli e distruttive (nonché dolorose) modalità di relazionarsi.
 
Però la buona notizia è che si sta sviluppando sempre più massicciamente, specie nei paesi anglosassoni, una cultura e una letteratura della coppia. Molti studiosi e molti clinici hanno affrontato negli ultimi decenni il problema delle crisi e delle rotture delle coppie. La ricerca sta così evidenziando le competenze necessarie per il successo della coppia.
 
Queste competenze sono le abilità che i partner in terapia di coppia avranno bisogno di sviluppare e padroneggiare per risolvere le proprie difficoltà di coppia.
 
In estrema sintesi, la ricerca ha mostrato che le competenze che le coppie che funzionano posseggono e che le coppie in terapia di coppia devono imparare a padroneggiare, sono:
 
  • Essere capaci di intimità emotiva (e fisica), ossia mostrare le proprie emozioni  autentiche al proprio partner, in modo da farsi conoscere e conoscere profondamente l’altra persona.
     
  • Comunicare efficacemente: i partner devono saper dialogare – e quindi sapersi esprimere e ascoltare – relativamente ai problemi e alle questioni “scomode”, in modo da risolvere costruttivamente gli inevitabili conflitti. Devono anche saper fare pace dopo un litigio e recuperare le situazioni in cui non hanno saputo comunicare efficacemente mancandosi di rispetto.
     
  • Possedere una visione della vita comune. I partner devono raggiungere degli accordi sui grandi temi esistenziali: i figli, dove vivere, la gestione dei soldi, le relazioni con le famiglie d’origine, la religiosità, l’impegno sociale, etc.
     
  • Prendersi cura reciprocamente: assumersi l’impegno di aiutare (per quanto possibile) il proprio partner a realizzare i suoi obiettivi e bisogni.
 
Una volta acquisito questo bagaglio di competenze, i partner in terapia di coppia avranno le migliori possibilità per risolvere le difficoltà della vita di coppia.
 
 
Il terapeuta di coppia
Di norma, quando una coppia si trova in una situazione di stallo è completamente presa dalla propria distruttività. I sentimenti dominanti sono negati, vi è molto risentimento, ma anche altre forti emozioni che vanno dalla rabbia, all’ansia, fino alla disperazione. I partner non riescono ad avere un punto di vista equilibrato e distaccato rispetto alle proprie interazioni quotidiane.
 
In una situazione simile diviene molto difficile, se non impossibile, riuscire a cogliere le catene di eventi – di attacchi, di fughe, di contro-attacchi – che hanno portato ai risultati negativi.
 
Un terapeuta di coppia, con una solida preparazione teorica e pratica, può offrire uno spazio fisico ove possa avvenire una “tregua” e dove i partner possano “rallentare” per ascoltarsi e comprendersi.
 
Il terapeuta di coppia fornisce un terzo punto di vista imparziale che permette ai partner di ritrovare il proprio amore reciproco e che li guida verso lo sviluppo delle competenze (intimità, comunicazione efficace, visione condivisa, cura reciproca) necessarie affinché la coppia fiorisca in tutto il proprio potenziale, in altre parole per passare dall’amore romantico all’amore maturo.
 
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