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Genitori si diventa

Secondo il Children’s Defence Fund, un’importante organizzazione americana in difesa dei minori, i bisogni fondamentali dei bambini sono cinque: 
 
  • Essere desiderati e accettati
  • Avere continuità di rapporti con i genitori
  • Avere un’attenta guida nell’affrontare i problemi della crescita
  • Essere rassicurati
  • Poter credere che nel mondo in cui vivono esistono valori saldi e sicuri

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Il rapporto degli adulti con i bambini è cambiato molto nell’ultimo secolo:  siamo passati dall’abitudine al maltrattamento e alla considerazione del bambino come “proprietà” della famiglia, che poteva usare qualsiasi mezzo per “educarlo”, alla scoperta della delicatezza e dell’importanza della relazione genitori-figli nella prima infanzia, epoca in cui si struttura la maggior parte delle caratteristiche emotive e affettive che accompagneranno il bambino nella sua vita di adulto.
E’ solo nel 1973 che il Consiglio d’Europa ha finalmente definito i criteri per valutare abusi e maltrattamenti a danno dei minori.
 
I genitori di oggi hanno un compito difficile: riscattare un vecchio modello (che spesso è quello con cui sono stati cresciuti) e trovarne uno nuovo, efficace ed educativo allo stesso tempo.
 
Una nota etimologica: educare viene dal latino e-ducere, cioè “condurre fuori”.
L’educazione dovrebbe permettere di “tirar fuori” dal bambino se stesso: trasformare il seme che è nel frutto che potrà diventare. E ognuno sarà un frutto diverso, con le sue specifiche qualità, il suo profumo e il suo gusto: un educatore intelligente sa intuire e guidare il bambino verso lo sviluppo delle sue potenzialità.
 
Il tentativo di superare un modello educativo rigido e spesso sterile sta producendo oggi, molte volte, una caduta in un eccessivo permissivismo: genitori troppo morbidi danno forma a bambini tiranni, che li tengono in pugno e minano continuamente l’armonia familiare. E in più, sono bambini sofferenti, perché non dobbiamo dimenticarci che il bambino ha bisogno che il genitore sia per lui una guida, che sappia introdurlo al rispetto delle regole e sappia contenerlo, con amore e fermezza. Se non può sentire l’adulto come un riferimento saldo, cadrà a sua volta nell’angoscia.
E’ solo imparando a lasciarsi guidare che poi il bambino imparerà, gradualmente, a guidare se stesso, disciplinandosi, verso i suoi desideri.
 
I cinque bisogni che abbiamo citato all’inizio possono fungere da faro per il genitore giustamente spaesato nelle questioni educative: si può sbagliare, tutti noi genitori sbagliamo in continuazione e il genitore perfetto non esiste (per fortuna), ma la cosa più importante che possiamo fare per i nostri figli è amarli per quello che sono e non per quello che vorremmo che fossero.
 
Facciamoli sentire desiderati e accettati così come sono, e se c’è bisogno di rimproverarli è fondamentale che rimproveriamo il comportamento e mai la persona, diciamogli: “Hai fatto una cosa sbagliata”, non: “Sei sbagliato”.
 
Facciamo sì che mantengano i rapporti con entrambi i genitori anche in caso di separazione: diciamo loro, chiaramente, che tante cose possono cambiare, ma l’amore della mamma e del papà nei loro confronti no.
 
Cerchiamo di ascoltarli e guidarli sempre, con amore, in ogni fase della crescita, e quando ci fanno più arrabbiare proviamo a ricordarci com’eravamo noi alla loro età.
 
Rassicuriamoli: tutto si risolve.
Le paure nell’infanzia sono normali, la crescita spaventa, e spesso i bambini hanno solo bisogno che gli si dica: “Va tutto bene amore, ci sono qua io con te”.
 
E infine, trasmettiamogli fiducia, in questo mondo ci sono luci e ombre, come dappertutto nella vita, ma impariamo, insieme a loro, a concentrarci sulle possibilità (che sono sempre presenti) e a non farci abbattere dalle difficoltà.
 
Ma possiamo riuscirci solo se coltiviamo dentro di noi gli stessi sentimenti che vogliamo trasmettergli: non dimentichiamoci che i bambini sentono chi siamo e non solo quello che diciamo.
 
Il mestiere del genitore è il più difficile del mondo e l’unico per il quale non esiste una formazione adeguata, perciò mi permetto di offrire un consiglio: non abbiate paura di chiedere aiuto.
In alcune fasi, lo sguardo  di un esperto può essere prezioso.
 
Ammettere una difficoltà e disporsi all’uso di strumenti per crescere e migliorare nelle relazioni, anche in quella con i propri figli, è un atto che dimostra forza e maturità, e che certamente andrà a beneficio nostro e dei nostri amatissimi bambini.
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